ANOTHER LIGHT, l'incontro tra la luce e il vetro
ANOTHER LIGHT
Un altro vetro! Essenziale, poetico, flessibile, rigenerato. Un’altra luce!
ANOTHER LIGHT è un progetto allestitivo nato da un’idea di HI LITE Next e Andrea Borri Architetti con Simes che esplora l’incontro della luce con materiali da costruzione in "Another Brick" e scarti della lavorazione del vetro di Murano in "Another Glass". Le creazioni di Giopato&Coombes completano l'allestimento.
ANOTHER BRICK
In occasione della Milano Design Week 2019 HI LITE NEXT si proietta anche nello spazio pubblico antistante lo storico showroom di via Brera 30, con un progetto allestitivo dedicato alla luce strutturale. Protagonista di questa speciale vetrina è Simes, azienda leader nel campo della luce per esterni e da sempre impegnata nella ricerca della massima integrazione tra luce e architettura.
“Another brick” è il titolo dell’installazione: una porzione di volta a botte in mattoni pieni, una superficie avvolgente e materica che si ispira alle forme archetipe della tradizione per rappresentare un prodotto estremamente innovativo, il mattone luminoso.
Il progetto Brick of Light nasce dalla composizione della materia del vetro e della forma del mattone e, grazie alle più recenti tecnologie LED, diventa al tempo stesso fonte luminosa ed elemento costruttivo.
I mattoni di luce, integrati nella tessitura muraria della volta, connotano lo spazio trasformandolo in un suggestivo luogo di incontro ad aggregazione, un punto riconoscibile nel cuore pulsante di Brera.
ANOTHER GLASS da materiale di scarto a pezzi unici
Un vetro di scarto della lavorazione del vetro di Murano fornito a dieci tra designer e architetti italiani per la creazione di una lampada: un semilavorato in attesa di essere rigenerato che si trasforma in un pezzo unico, forte, essenziale, poetico, flessibile. In un’altra luce!
E’ questa l’iniziativa di HI LITE Next in occasione della 58esima edizione del Salone del Mobile e che sarà presentato in anteprima a Milano dal 9 al 16 aprile nei suoi spazi in Via Brera 30.
Il progetto nasce dalla volontà di continuare a dare vita ad uno dei più incredibili materiali della storia dell’uomo: il vetro, e in particolare ad una delle sue forme più importanti ed espressive, il vetro di Murano, partendo dal recupero degli scarti della sua lavorazione.
Da sempre l’ossessiva ricerca della perfezione che caratterizza le grandi fornaci di Murano porta alla generazione di grandi quantità di scarti. Sia ben chiaro, questi scarti sono scarti artistici imperfetti solo all’occhio dell’esperto o dello stesso artista che stabilisce soggettivamente qual’è il livello di perfezione e bellezza da lui richiesto.
Per HI LITE Next quindi questi scarti sono visti e concepiti non come “scarti” ma come dei semi lavorati in attesa di essere rigenerati e affidati a dieci tra designer e architetti italiani per essere trasformati in lampade delle più svariate forme e sensibilità.
Questi i dieci progetti che saranno presentati in anteprima da HI LITE Next durante la Milano Design Week :
CANDLE design by Attilio Ladina, OBELYX design by Vittorio Carena (Vittorio Carena Studio), LUMÈTA design by Ryuta Okano Nicola Vanossi, PIVÒ design by Six Plus Architetti, TWIST design by Andrea Manfredi AntiMeridian design consultancy, ICE design by Barbara Rigolio e Davide Turconi, LUI, LEI design by LF2lab Francesca Scotti e Florence Di Benedetto, FIORELLINO design by Simone Colombo, THORO design by Giuseppina Motta, OASIS design by Maddalena Battaglia, NIGHT SHIFT design by Jacopo della Fontana D2U.
L’economia delle materie prime e il loro potenziale scartato, sono in fondo, anch’esse una qualità della bellezza. Il riuso e la rigenerazione sanno essere belli oltre che eticamente da perseguire, e hanno molte ragioni per conquistare il successo raccontando con evidenza sia le origini degli oggetti rigenerati sia l’incredibile modernità della nuova creazione. Questa è la sfida di HI LITE Next per il futuro: implementare questo concept, allargarlo, estremizzarlo per creare lampade e progetti partendo da materiali di scarto all’apparenza meno nobili, ma altrettanto validi, per la creazione di oggetti sempre più contemporanei, innovativi e ricchi di fascino.